Tra gli inediti di Saverio La Sorsa (personaggio illustre
di Molfetta, definito dall’Accademico Petazzoni il "Pitrè di Puglia", nato il 23 ottobre 1877 in via Torre del Pane
n. 28 e morto il 6 gennaio 1970, dopo aver pubblicato circa 200 opere tra grandi
e piccole) ho rinvenuto tre preghiere che il popolo molfettese rivolgeva al
Creatore, a Maria ed ai Santi nello svegliarsi la mattina, durante la giornata
e nell’andare a letto la sera.
Sono ore in cui l’uomo non
distratto da pensieri terreni, dimentico delle cure e degli affanni, si sente
più vicino a Dio, ama rivolgere la mente e il cuore a chi gli largisce grazie e
favori per esprimergli la sua gratitudine e invocare la sua protezione. Queste
preci, poco pregevoli per bellezza letteraria, sono vive manifestazioni
dell’ingenua fede della nostra gente e attestano sincera devozione e bontà di
cuore.
Mentre la preghiera del mattino
era recitata dopo un riposo che avesse fugato dubbi e paure, quella recitata la
sera era accompagnata dal timore della morte perché, come ha scritto Ugo
Foscolo nella poesia “Alla sera”, la sera è vista come immagine della morte, la «fatal
quiete», cioè una dimensione cosmica atemporale, ma anche la pace dell'anima.
Sicché il devoto prima di addormentarsi sentiva il bisogno di
riepilogare tutto quello che avesse fatto durante la giornata, passando in
rassegna quanto avesse visto, avesse detto, avesse udito. Per riconciliarsi
coll’Eterno e avere il suo perdono, chiedeva la divina protezione e invocava il
soccorso dei Santi, della Vergine, delle anime dei propri defunti i quali,
secondo la fede cattolica, vigilano sulle vicende della nostra esistenza e
ascoltano le nostre preghiere.
Consideriamo che dobbiamo essere
sempre pronti alla morte, giacché essa ci può cogliere dovunque da un momento
all’altro: Ci rendiamo facilmente conto che, anche ai nostri giorni, nonostante
i progressi della scienza, i casi di morte improvvisa sono abbastanza frequenti
o per accidenti vari che stroncano l’esistenza o per disgrazie. La preparazione
alla morte non va dunque rimandata alla vecchiaia, cui potremmo non arrivare,
ma fatta continuamente con la
perseveranza nella preghiera a Dio e alla SS.Vergine. Riporto le tre preghiere
ricordando ai lettori che la “e” non accentata non va letta:
Allo svegliarsi
Mò me mètte la chémmìse,
lodìmme Die e la Médonne ;
Gesù Criste è u-attène
mie,
Sén Gevénne m'è chembàre,
l'éngele stonne
ncombagnie;
pe salvà l'énemé mie
assistèteme ogné ore
contr-a u demòneie
tradetòre.
Ora mi metto la camicia, lodiamo Dio e la Madonna ; Gesù Cristo è il Padre
mio, la Madonna è
la mamma mia; San Giovanni m’è compare, gli angeli stanno in compagnia; per
salvare l’anima mia assistetemi ogni ora contro
il demonio traditore.
Durante la giornata
Patre nostre grénne grénne,
Gesù è mmùerte a
tréndatrè énne.
Tréndatrè énne so'
passate
e-alla croscè fo
inchjovate,
fo-inchjovate ingiustéménde,
Mérie chjéméive tutte
la ggènde.
Ndrin, ndrin u
cambanélle
èssene tutte lé
vergenélle,
pe vedè nostre Segnoere
ca pertàve la croscè
ngudde.
Métaléna scapigliate,
nnanz-a Ddì s'è
ngenecchjàte,
dìsse le raziòene
p-avè ogne preddòene.
Ci la disce tre volte
lé notte,
nén mòere de mélé mòrte.
Ci la disce tre volte
la die,
ogné gràzeie ave da
Die.
Padre nostro grande grande, Gesù è morto a treantatre anni.
Trentatre anni sono passati e alla croce fu inchiodato, fu inchiodato
ingiustamente, Maria chiamava tutta la gente. Ndrin, ndrin il campanello escono
tutte le verginelle, per vedere nostro Signore che portava la croce addosso.
Maddalena scapigliata, davanti a Dio s’è inginocchiata, disse le orazioni per
avere ogni perdono. Chi la dice tre volte la notte, non muore di mala morte.
Chi la dice tre volte al giorno ogni grazia ha da Dio.
Prima di coricarsi
Bona sére a te,
Médonne,
prim-a tté che a n'alta
dònne;
bona sére, Matra Mérie,
ca sì la mémmé mie.
L'òere de sci o llìtte
av’arrevàte,
a la Médonne me so raccheménnéte,
sacce la chelcuàte,
ma nén sacce l'alzàte.
Sénda Mérie,
matre de Ddie,
tu me libbere d'ogne
nganne
da pericle e da
malanne.
Segnòere, me so chelcuàte,
l'énemé mie te sia
raccheménnéte,
da quatt’éngele
acchembégnéte,
due da pìete e due da
cape.
Allendénete, spirte
triste,
ca me guarde Gesù
Criste.
Stònne che mméche
tutte le Sénde,
u Patre, u Figghje e-u
Spirte Sénde.
Buona sera a te, Madonna, prima a te che a un’altra donna; buona sera,
Madre Maria, che sei la mamma mia. L’ora di andare a letto è arrivata, alla
Madonna mi sono raccomandata, so l’andata a letto, ma non so l’alzata. Santa
Maria, madre di Dio, tu mi liberi da ogni inganno da pericoli e da malanni.
Signore, mi sono coricato, l’anima mia ti sia raccomandata, da quattro angeli
accompagnata, due a piedi e due a capo (del
letto). Allontanati, spirito tristo, perché mi guarda Gesù Cristo.
Stanno con me tutti i Santi, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.
* Foto tratta dal web (Copertina del volume "Fiabe e novelle del popolo pugliese" di Saverio La Sorsa.